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Fatalismo e speranza sono componenti fondamentali dell'animo umano. Si alternano di continuo nelle coscienze influenzando i nostri comportamenti secondo il prevalere dell'una o dell'altra. C'è così chi è pronto a rassegnarsi al proprio destino che ritiene ineluttabile e chi invece, nella speranza di poterlo modificare, interviene fortemente nello sviluppo degli eventi riuscendo, magari parzialmente, a variarne l'epilogo finale. Ma spesso la vita sembra fare tutto da sola, senza attendere né la rassegnazione umana né la naturale combattività dell'istinto di sopravvivenza di ogni essere vivente presente su questo mondo. Così tutto ciò che apparentemente sembra condurre una storia verso un finale pressoché scontato, talvolta prende d'improvviso una svolta inaspettata che cambia totalmente gli esiti degli eventi, concedendo magari anche un punto in favore dei fatalisti, ma agendo tuttavia sempre in funzione del libero arbitrio di altra umanità. Dunque l'eutanasia di ciò che appare costituisce il leitmotiv di questi tre racconti, rappresentando la necessità di non soccombere mai all'apparenza per poter raggiungere quelle aspettative di vita che stanno alla base del concetto di speranza.